Affitto d’azienda, rilevazioni contabili OIC e disciplina fiscale

Il trasferimento temporaneo del complesso organizzato di beni comporta diversi effetti amministrativi, che – nel caso dei soggetti che redigono il bilancio in base alla disposizioni del codice civile, ed ai principi contabili nazionali – sono recepiti secondo la c.d. teoria della proprietà, a nulla rilevando la temporanea disponibilità degli stessi in capo all’affittuario. Ciò che risulta determinante è, invece, la volontà delle parti, in merito all’adozione o meno del regime convenzionale, in quanto distingue il soggetto legittimato ad operare gli ammortamenti/accantonamenti relativi ai beni in affitto, nonché l’eventuale necessità di liquidare, al termine del contratto, il conguaglio in denaro eventualmente spettante ad una delle parti. L’affitto d’azienda presenta, inoltre, diverse peculiarità sotto il profilo tributario, a partire dalla tassazione indiretta, che può scontare – in luogo dell’Iva ordinaria – l’imposta di registro in misura proporzionale, se il concedente è un imprenditore individuale che loca l’unica azienda. L’affitto determina, inoltre, un ulteriore effetto ai fini dell’imposta sul valore aggiunto, ovvero il trasferimento all’affittuario del plafond di esportatore abituale maturato dal concedente, a prescindere dal subentro nei crediti dello stesso. Nell’ambito del reddito d’impresa, invece, gli aspetti di principale interesse sono rappresentati dalla deduzione di ammortamenti/accantonamenti relativi ai beni affittati, nonché delle spese di manutenzione e riparazione.