La disciplina civilistica della fusione di società

L’operazione straordinaria di fusione rientra nel più ampio fenomeno della concentrazione ed integrazione di impresa, rappresentandone la forma più completa: può essere motivata da molteplici ragioni, e riguardare diversi ambiti della gestione operativa e finanziaria di ciascuna società partecipante all’operazione straordinaria in parola. Ad esempio, possono generare la necessità di perfezionare la fusione di società le seguenti cause: (i) produttive (miglior sfruttamento di impianti ed attrezzature, incremento della capacità produttiva ed integrazione dei processi produttivi); (ii) tecnologiche (acquisizione di brevetti, licenze e know-how, e perseguimento di economie di scala); (iii) logistiche (trasporti, magazzini e distribuzione); (iv) commerciali (riduzione della concorrenza, ampliamento ed integrazione della gamma di prodotti, budget pubblicitari, migliori condizioni contrattuali sugli acquisti e sulle vendite); (v) amministrative (razionalizzazione dell’organigramma e riduzione dei costi); (vi) finanziarie (concentrazione di risorse, attenuazione di squilibri finanziari, miglioramento delle condizioni di negoziazione sul mercato del credito e verso gli istituti finanziari). L’operazione di fusione nazionale è disciplinata dalle disposizioni della Sezione II del Capo X del Titolo II del Libro del codice civile, e precisamente dagli articoli da 2501 a 2505-quater c.c. ai quali rinvia altresì, seppur parzialmente, la normativa riguardante la scissione.