Sistema penale tributario: una riforma in continua evoluzione

La riforma penal-tributaria del 2000, trasfusa nel D.Lgs 10 marzo 2000, n. 74, in esecuzione della delega inserita nell’art. 9 della Legge 25 giugno 1999, n. 205, rappresenta una svolta epocale nella concezione di “reato tributario”; viene infatti scardinato quasi completamente un sistema che reggeva da quasi un ventennio, facente capo al decreto-legge 10 luglio 1982, n. 429, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 1982, n. 516, imperniato su una concezione di reato tributario molto ampia, tanto da ricomprendervi numerose condotte, sia di natura delittuosa che contravvenzionale, non immediatamente lesive dell’interesse erariale (all’integrale incasso delle imposte dirette e indirette), ma di natura prodromica all’evasione. L’attuale sistema, in ottemperanza a quanto disposto dal Legislatore delegante, ha abbandonato la concezione di reato fiscale propria della legge nota come “Manette agli evasori”, per rivalutare il principio di offensività, assicurando così la “risposta penale” solo a quei comportamenti che concretamente realizzano un’evasione d’imposta, ovvero tendono ad ostacolare in maniera grave e fraudolenta l’esercizio della funzione accertativa.