Il lavoro part time: disciplina civilistica e la relativa contrattualistica

Per lavoro a tempo parziale (part-time) si intende un rapporto di lavoro subordinato, anche a tempo determinato, in virtù del quale l'attività lavorativa si svolge con un orario ridotto rispetto all'orario normale (40 ore settimanali) previsto dall'art. 3 del DLgs. 66/2003 o dai contratti collettivi. L'istituto è disciplinato dagli artt. 4 - 12 del DLgs. 81/2015, attuativo del Jobs Act (L. 183/2014) - che ha abrogato quanto disposto dal DLgs. 61/2000 - nonché dalla contrattazione collettiva. Al rapporto a tempo parziale si applica anche le disposizioni relative al lavoro a tempo pieno, in quanto compatibili. Il contratto di lavoro a tempo parziale deve essere stipulato in forma scritta ai fini della prova. Nel contratto, oltre a tutti gli elementi previsti dalla legge per gli altri contratti di lavoro (ad es. sede, mansioni, retribuzione, ecc), deve essere indicata: i) la durata della prestazione lavorativa; ii) la collocazione temporale dell'orario di lavoro, con riferimento al giorno, alla settimana, al mese e all'anno, anche con rinvio ai turni programmati. La mancanza o l'indeterminatezza di questi due elementi non comporta la nullità del contratto. In assenza dell'indicazione della durata, il lavoratore può chiedere il riconoscimento di un rapporto di lavoro a tempo pieno a partire dalla data della pronuncia giudiziale, mentre in caso di mancata indicazione della collocazione temporale dell'orario di lavoro sarà il giudice a determinare le modalità temporali di svolgimento della prestazione. Esistono tre tipologie di rapporto di lavoro a tempo parziale: i) part-time orizzontale, in caso di riduzione dell'orario normale giornaliero; ii) part-time verticale, in caso di svolgimento a tempo pieno dell'attività lavorativa, ma limitatamente ad alcuni periodi prestabiliti nel corso della settimana, del mese o dell'anno; iii) part-time misto, in caso di combinazione tra le due tipologie precedenti.