27 gennaio 2015

NASPI e ASDI: le nuove tutele del lavoratore dopo il jobs act

Memory n. 26 del 27.01.2015 a cura di Omar Rigamonti

Con la legge n. 183 del 10.12.2014 (c.d. Jobs Act) il legislatore ha delegato il governo all’emanazione di alcuni decreti legislativi per riformare la disciplina del lavoro e degli ammortizzatori sociali. Mentre un primo decreto legislativo ha previsto la modifica della disciplina del contratto di lavoro a tempo indeterminato (con l’introduzione di una tutela risarcitoria dei lavoratori in caso di licenziamento, fatta eccezione per le ipotesi più gravi, in riferimento alle quali rimane applicabile il reintegro), il Governo ha recentemente divulgato un decreto che riforma la disciplina dell’assicurazione sociale per l’impiego, introdotta solo lo scorso 2012 dalla riforma del lavoro (legge n. 92/2012). La “Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego (NASPI) si applica ai datori di lavoro del settore privato, fatta eccezione per: i) gli operai agricoli; ii) per i dipendenti pubblici a tempo indeterminato. Secondo le nuove disposizioni, i soggetti ammessi alla tutela devono far valere nei quattro anni precedenti almeno 13 settimane di contribuzione, nonché far valere 30 giornate di effettivo lavoro nei 12 mesi che precedono il periodo di disoccupazione (lo stato di disoccupato deve essere valutato ai sensi del D.Lgs. n. 181/2000). Viene stabilito, inoltre, che: i) possono accedere all’istituto i lavoratori che hanno aderito alla conciliazione con il datore di lavoro; ii) possono accedere all’istituto i lavoratori che si sono dimessi per giusta causa. Con la presente trattazione analizziamo la disciplina del nuovo istituto, anche in riferimento alle nuove tutele a favore del lavoratore nel caso di disoccupazione (in particolare l’ASDI e la DIS-COLL, la ultima delle quali estende la tutela contro la disoccupazione ai collaboratori a progetto).
Categorie:Lavoro
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