L'omesso pagamento di tributi per difficoltà finanziarie

La presenza di una situazione finanziaria non florida, tale da escludere la possibilità di assolvere in tutto o in parte gli oneri tributari, è cosa tutt’altro che improbabile, tenuto conto del fatto che il momento finanziario del versamento è temporalmente staccato rispetto a quello in cui l’obbligazione tributaria si forma. Già considerando infatti il versamento che segue alla dichiarazione fiscale, la formazione di un imponibile lungo l’arco del periodo di imposta non coincide con il possesso di liquidità al momento in cui le imposte devono essere assolte. È infatti possibile che il reddito imponibile non risponda alla realtà dei fatti, ad esempio per effetto di poste fiscalmente indeducibili, sulle quali vanno pagate imposte. Ed è anche possibile che il carico impositivo aumenti in seguito alla combinazione di più imposte con diverse basi imponibili (IRPEF / IRES, IRAP, IVA, etc.), divenendo troppo gravoso per poter essere semplicemente e direttamente “pagato” da un’impresa che deve contemporaneamente pagare fornitori, dipendenti e fattori produttivi in genere. Ciò a fronte della sanzionabilità non solo amministrativa ma anche penale delle fattispecie di omesso versamento, in base a norme incriminatrici che non discriminano tra gli “evasori da riscossione”, i frodatori e gli imprenditori che semplicemente e incolpevolmente attraversano momenti di difficoltà finanziaria. Nel presente contributo si prendono in considerazione le evoluzioni della giurisprudenza relativamente all’inadempimento (omesso versamento) per forza maggiore, in situazione di illiquidità del contribuente.