La rinuncia ai dividendi in ambito internazionale

Nel presente intervento esamineremo il caso del socio straniero di società di capitali italiana che, a seguito di una delibera di distribuzione di dividendi, decide di rinunciarvi al fine di apportare liquidità nella società stessa. Questo tipo di scelta discende dall’esigenza di permettere alla società di non essere privata della propria liquidità necessaria per operare, in situazioni in cui non è comunque evitabile la distribuzione dei dividendi. Ad esempio, potrebbe capitare che solo il socio di maggioranza decide di finanziare la società, mentre i soci di minoranza preferiscono ottenere una remunerazione del proprio investimento. Qualora tutti i soci decidano di rinunciare ai dividendi, l’effetto potrebbe essere quello di sostituire il credito verso la società per ‘dividendi da percepire’ in un ‘credito per finanziamenti’. E’ evidente che il credito da finanziamenti non determina alcun profilo impositivo in capo al socio in caso di incasso, in quanto mera restituzione di un prestito. Diversamente, il credito da dividendi determinerà in futuro in Italia una tassazione per cassa al momento della percezione. La “trasformazione” del credito da dividendo in credito da finanziamento determina un presupposto impositivo in base al principio dell’incasso giuridico enucleato per la prima volta nella C.M. 73/E/1994. Nel presente intervento esamineremo il caso in cui il socio che rinuncia al dividendo, è un non residente.