Gli indici di allerta della crisi d’impresa

Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili ha reso pubblici gli indici elaborati in applicazione dell’art. 13, co. 2, del D.Lgs. 12.1.2019, n. 14. Il documento propone uno specifico percorso logico, che prende avvio dalla verifica del patrimonio netto, il quale se negativo – o comunque, ancorché positivo, inferiore ai limiti di legge, nel caso delle società di capitali – fa presumere la sussistenza dello stato di crisi. Qualora non si riscontri tale situazione, è necessario accertare la consistenza del DSCR a sei mesi, che per valori almeno pari a 1 esprime la capacità dell’impresa di onorare integralmente i debiti previsti in tale semestre. Diversamente, se tale condizione non è rispettata, l’azienda si ritiene in stato di crisi. È, tuttavia contemplato il caso in cui il DSCR non sia determinato, oppure sia stato calcolato sulla base di dati pronostici ritenuti inattendibili dagli organi di controllo. Al ricorrere di tale ipotesi, lo stato di crisi è accertato sulla base di 5 indici di settore, esclusivamente se risulta l’inosservanza dei valori soglie fissati per ciascuno di essi. In caso contrario, ovvero di rispetto di almeno uno di tali indici, non è possibile presumere lo stato di crisi. Fermo restando che tale evidenza non esonera sindaci e revisori dalle proprie autonome valutazioni, ai fini dell’individuazione dei “fondati indizi di crisi” che fanno scattare gli obblighi di segnalazione di cui all’art. 14 del D.Lgs. 14/2019. Il CNDCEC ha, inoltre, elaborato specifici indici per le imprese costituite da meno di due anni e quelle in liquidazione, nonché per quelle avente natura innovativa (start-up e PMI), oltre che per cooperative e consorzi.