L’accollo dei debiti tributari

Come noto, l’accollo del debito opera anche in ambito tributario, con lo scopo specifico di rafforzare la garanzia dello Stato in relazione ai propri crediti tributari nei confronti dei contribuenti. Detto rafforzamento opera per effetto dell’intervento di un terzo che si pone come pagatore di un’imposta per conto del contribuente. L’istituto dell’accollo in ambito tributario si scontra apparentemente con il principio della indisponibilità dell’obbligazione tributaria per effetto della quale solo il soggetto passivo d’imposta, specificamente individuato dalla legge, può assumere la sua posizione di debitore nei confronti del Fisco. Attraverso l’accollo, pertanto, il legislatore ha ammesso la possibilità che un altro soggetto, detto accollante, assumesse l’obbligazione tributaria di un terzo (accollato), in qualità di coobbligato. Incrementata così la garanzia patrimoniale per il Fisco, in conseguenza dell’accollo, resta invariata la figura del contribuente che rappresenta in ogni caso il soggetto nei confronti del quale lo Stato applica “i poteri di accertamento e di esazione, che possono essere esercitati solo nei confronti di chi sia tenuto per legge a soddisfare il credito fiscale” (cass., SS.UU., n. 28162/2008).