Le indagini finanziarie nell’ambito delle imprese individuali semplificate: l’attesa dell’intervento della consulta

Lo strumento accertativo fondato sulle indagini finanziarie, disciplinato dagli artt. 32 del DPR 600/1973 (ai fini delle imposte dirette) e 51 del DPR 633/1972 (ai fini dell’iva) si fonda sul principio in base al quale i flussi di denaro ingiustificati che muovono i conti correnti bancari dei contribuenti diventano presunzioni di redditi occultati al fisco. Il principio sul quale si basa la norma è assolutamente logico e razionale, soprattutto relativamente alle entrate, laddove si fonda la lotta contro l’evasione fiscale attraverso il monitoraggio dei movimenti di denaro illeciti.La normativa fiscale si caratterizza però per una presunzione legale, per così dire, un po' particolare, in quanto non solo considera (come ampiamente noto) come presunzione le entrate non giustificate dal contribuente risultanti dai suoi rapporti finanziari ma anche le uscite, per la semplice ragione che i prelevamenti non giustificati, secondo il Fisco, sono idonei a nascondere investimenti produttivi (prima presunzione) che hanno necessariamente prodotto ricavi (seconda presunzione) e, conseguentemente, redditi in nero. La consulta ha ritenuto tale presunzione, fondata sulla doppia correlazione (prelevamento = investimento = ricavo), rispondente ai canoni costituzionali della ragionevolezza e della capacità contributiva (corte cost., n. 225/2005), con l’avvertenza che dall’ammontare dei prelievi ingiustificati devono essere sottratti i costi relativi. Successivamente, la sentenza n. 228/2014, Corte Cost., ha escluso l’utilizzo dello strumento delle indagini finanziarie così congegnato nell’ambito dei lavoratori autonomi, considerato che le prestazioni di servizi si fondano sull’attività intellettuale del contribuente e non su un patrimonio opportunamente costituito, formato da merci, materie prime, immobilizzazioni, ecc. …Adesso, la CTP di Arezzo, nella Ordinanza n. 150/2021, ha sollevato ancora la questione di legittimità costituzionale della disposizione relativa ai prelevamenti: i. in via principale, con riguardo alla irragionevolezza della norma laddove la presunzione di che trattasi porta verso la doppia tassazione nel caso in cui transitano sui conti correnti dei contribuenti sia i prelevamenti effettuati per realizzare investimenti produttivi che i connessi frutti, in assenza di costi opportunamente detratti; ii. in via subordinata, con riguardo alla inapplicabilità della stessa alle imprese minori (più precisamente agli imprenditori individuali), considerato che il regime di contabilità semplificata non consente a detti contribuenti di possedere adeguati strumenti contabili atti a confutare le pretese del Fisco.