La divergenza prezzi fra preliminari e rogito gioca per il Fisco

E’ ingiustificato l'introito di euro 375 mila quale prezzo di vendita di un immobile, atteso che nel preliminare di vendita era stato concordemente definito il prezzo di euro 875 mila, di cui euro 375 mila a titolo di caparra, mentre nell'atto definitivo il corrispettivo della vendita veniva indicato in complessivi euro 500 mila che il venditore dichiarava di avere già ricevuto. A fronte di tali palesi divergenze ed in assenza di valide giustificazioni, la pretesa dell'Amministrazione finanziaria è del tutto legittima (Corte di Cassazione, sentenza n.19363 del 7 luglio 2021).