Il transfer price ai tempi del COVID 19

L’OCSE ha diramato a inizio aprile diversi contributi inerenti gli effetti della pandemia da COVID 19 su alcuni aspetti connessi alla fiscalità internazionale. Per specifiche indicazioni è stato dedicato un link preciso: www.oecd.org/coronavirus/en/. Nel presente intervengo svolgeremo alcune considerazioni in relazione al documento pubblicato in data 3 aprile 2020 dal titolo “Analysis of Tax Treaties and the Impact of the COVID-19 Crisis”. Come abbiamo avuto modo di constatare di persona, la pandemia ha costretto i governi ad adottare misure senza precedenti come la limitazione dei viaggi e l'attuazione di severi requisiti di quarantena. A seguito di queste restrizioni, molti lavoratori transfrontalieri non sono in grado di spostarsi per erogare le proprie prestazioni lavorative. Le strade possibili potranno essere, a seconda delle normative dei vari paesi, il licenziamento o lo smart working. Sia nel caso dei frontalieri, sia in una ipotesi più generale, si assiste al fenomeno di lavoratori che operano per un tempo che potrebbe essere indefinito in uno Stato diverso da quello in cui ci si attendeva che avrebbero operato. Si assiste, in buona sostanza, ad una diffusa casistica di residenza forzata delle persone fisiche che potrebbe avere conseguenze in materia di tassazione transazionale dei redditi. I risvolti più interessanti commentati nel documento citato attengono ai seguenti temi: la stabile organizzazione; l’esterovestizione; la tassazione dei sussidi percepiti dai lavoratori frontalieri; questioni attenenti la residenza delle persone fisiche; il transfer price.