Accesso al regime forfetario precluso per l’ex lavoratore estero che rientra in Italia

Gentile cliente, con la presente desideriamo informarLa che con risposta interpello 16.9.2020 n.359, l'Agenzia delle Entrate ha esaminato l'applicabilità del regime forfetario da parte di un soggetto, fiscalmente residente in Italia in virtù del mantenimento dell'iscrizione all'Anagrafe italiana, che lavora come dipendente all'estero e che intenderebbe rientrare in Italia per avviare una nuova attività nei confronti del precedente datore di lavoro estero. In tale fattispecie, risulterebbe integrata la causa di esclusione di cui all'art. 1 co. 57 lett. d-bis) della L. 190/2014, avendo la persona mantenuto la residenza fiscale italiana; tale circostanza determina la tassazione (anche) in Italia del reddito di lavoro dipendente prodotto nel Paese estero e consente di individuare un collegamento con il territorio dello Stato dei redditi di lavoro dipendente percepiti all'estero. Per evitare l'operatività di tale causa di esclusione dovrebbe essere dimostrata la condizione della residenza pregressa all'estero secondo le prevalenti regole delle Convenzioni contro le doppie imposizioni (c.d. "tie breaker rule"). Inoltre, nella fattispecie oggetto di interpello, potrebbe essere integrata la diversa causa di esclusione di cui alla lett. d-ter) dell'art. 1 co. 57 della L. 190/2014, se l'ammontare lordo del reddito di lavoro dipendente percepito all'estero superasse i 30.000,00 euro nell'anno solare precedente. Nella fattispecie oggetto di interpello, potrebbe operare, infine, l'ulteriore causa di esclusione "generale" prevista dalla lett. b) dell'art. 1 co. 57 della L. 190/2014 per i non residenti, nella misura in cui - si ritiene - la persona sia qualificata negli anni precedenti come un non residente e mantenga questo status anche dopo il trasferimento "fisico" in Italia.