Le STP: aspetti civilistici e fiscali

Le STP costituiscono uno strumento moderno per esercitare le attività professionali protette in forma collettiva. La scelta del legislatore di disciplinare tali società, attingendo dalla disciplina delle società commerciali ed integrandola con le disposizioni specificatamente previste in materia all’interno della legge n. 183/2011, cristallizza alcune criticità dovute alla distanza che separa l’esercizio dell’impresa dall’esercizio delle attività professionali regolamentate. I punti di maggiore criticità si evidenziano in tutti i comparti dell’ordinamento societario: i. fallimentare; ii. fiscale; iii. societario, propriamente detto. Con riguardo a quest’ultimo, in particolare, sussistono due diversi orientamenti con riguardo al rapporto di due su tre che deve sussistere tra i soci professionisti e gli altri soci (soci di capitale e soci tecnici). Il CNDCEC pare orientato a privilegiare l’interpretazione normativa più elastica che consente sostanzialmente di calare il modello societario di che trattasi nell’ambito delle libere professioni, secondo la quale non necessita il puntuale rispetto del rapporto calcolato sia per teste che per quote, ricorrendo ai patti parasociali. D’altro canto, l’interpretazione letterale della norma volge in senso opposto e, su tale fronte, si pone l’orientamento della giurisprudenza di merito.