Divisione ereditaria: chiarimenti dell’Agenzia sull'aliquota applicabile

Con ordinanza n. 26378 del 27.01.2022 la Suprema Corte di Cassazione ha stabilito che la sentenza di divisione della comunione ereditaria tra sei coeredi, con la quale l’immobile in comunione viene attribuito in comproprietà a quattro di essi, mentre agli altri viene attribuito un conguaglio in danaro sconta l’imposta di registro su base imponibili calcolata sull’intero immobile e non sulla sola quota stralciata come in occasione di uno stralcio divisionale. Secondo l’Agenzia, l’operazione posta in essere dai condividenti, costituisce non uno stralcio ma lo scioglimento della comunione ereditaria a favore di una diversa comunione ordinaria tra i soggetti cui viene attribuito l’immobile. Ricordiamo che la fattispecie dello stralcio divisionale è stato trattato in occasione della risposta ad interpello n. 452 del 01.07.2021, con cui l’Agenzia delle Entrate ha fornito precisazioni in relazione all’estromissione dalla comunione di un’erede con assegnazione dei beni per un valore complessivo inferiore alla quota ereditaria che le sarebbe spettata. Secondo quanto chiarito dall’Agenzia delle Entrate, tale pratica costituisce una divisione parziale senza conguaglio a cui si applica l’imposta di registro nella misura dell’1%. Con la risposta ad interpello n. 534 del 06.11.2020 l’Amministrazione Finanziaria ha fornito precisazioni in relazione alla valutazione della massa comune nelle divisioni ereditarie specificando, tra le altre cose, che la base imponibile dei beni immobili compresi nell’attivo ereditario è determinata assumendo, per la piena proprietà, il valore venale in comune commercio dei suddetti beni alla data della divisione (e non il valore catastale come ipotizzato dall’istante). Con la precedente risposta ad interpello n. 30 del 06.02.2020 l’Agenzia delle Entrate ha fornito alcune precisazioni in relazione all’aliquota di imposta di registro applicabile in caso di assegnazione di beni in natura a seguito di atto di divisione.