La mancata iscrizione al VIES non pregiudica il regime di non imponibilità IVA dell’operazione intracomunitaria

Il VIES (VAT Information Exchange System) è un sistema di scambio automatico di informazioni fra le amministrazioni finanziarie degli Stati membri UE, istituito ai sensi dell'art. 22 del Reg. CE 7.10.2003 n. 1798 (ora confluito nell'art. 17 par. 1 lett. a) del Reg. UE 904/2010). Esso consente: i) alle Amministrazioni finanziarie il monitoraggio delle operazioni intracomunitarie e dei soggetti che le eseguono; ii) agli operatori di verificare il numero identificativo IVA delle controparti comunitarie. Infatti, i soggetti che effettuano scambi commerciali in ambito comunitario sono tenuti a richiedere: i) l'attribuzione di un codice IVA alle amministrazioni nazionali; ii) l'inserimento di tale codice nella banca dati VIES. Secondo la previgente prassi nazionale (circ. 39/E/2011 e ris. 42/E/2012), l'assenza del numero identificativo IVA del cessionario o committente dall'archivio VIES avrebbe comportato il venir meno della possibilità di applicare il regime di non imponibilità IVA all'operazione intracomunitaria, in quanto, in mancanza di esso, non risulterebbe attestata la soggettività passiva della controparte. Tale orientamento è stato recentemente sconfessato dalla medesima Agenzia delle Entrate che, con una risposta fornita al Videoforum Italia Oggi del 23.1.2019, ha affermato che l'iscrizione al VIES delle parti che realizzano un'operazione intracomunitaria è ininfluente ai fini della non imponibilità IVA dell'operazione medesima, se sono stati accertati i relativi presupposti sostanziali del regime, ossia: i) il cedente è un soggetto passivo ai fini IVA; ii) il bene è stato spedito o trasportato nello Stato membro del cessionario; iii) il cessionario ha acquisito il potere di disporre del bene dal cedente.