La procedura di rimborso del credito IVA: breve ripasso

Il credito IVA risultante dalla dichiarazione annuale può essere richiesto a rimborso, qualora ricorra una delle condizioni individuate dall’art. 30 del DPR 633/72, vale a dire: i) cessazione dell’attività (art. 30, co. 1 del DPR 633/72); ii) differenza tra aliquota media su vendite e acquisti (art. 30, co. 2, lett. a) del DPR 633/72); iii) prevalenza di operazioni non imponibili (art. 30, co. 2, lett. b) del DPR 633/72); iv) acquisto di beni ammortizzabili (art. 30, co. 2, lett. c) del DPR 633/72);v) prevalenza di operazioni non territoriali (art. 30, co. 2, lett. d) del DPR 633/72); vi) credito Iva vantato da soggetto non residente (art. 30, co. 2, lett. e) del DPR 633/72); vii) eccedenze detraibili per 3 anni consecutivi (art. 30, co. 3, del DPR 633/72). Con riferimento alla procedura di rimborso dell’eccedenza detraibile, si ricorda che il D.Lgs. n.175/2014, intervenendo sul contenuto dell’art. 38 bis del DPR 633/72, oltre ad aver incrementato da Euro 5.164,57 ad Euro 15.000,00 l’ammontare dei rimborsi eseguibili senza prestazione di garanzia (e senza altri adempimenti), ha previsto la possibilità di ottenere i rimborsi di importo superiore ad Euro 15.000,00 presentando, in sostituzione della garanzia, la dichiarazione annuale IVA (in caso di rimborsi annuali) o l’istanza TR (in caso di rimborsi trimestrali) munita: i) di visto di conformità, oppure, in alternativa, della sottoscrizione dell’organo di controllo (ove nominato dalla società richiedente); ii) di una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, rilasciata ai sensi dell’art. 47 del DPR 445/2000, attestante la sussistenza dei requisiti patrimoniali stabiliti dall’art. 38 bis, co. 3 del DPR 633/72(di cui si dirà in seguito). E’ prevista, invece, la previsione della obbligatorietà della garanzia per i rimborsi superiori ad Euro 15.000,00 soltanto nelle ipotesi di situazioni di rischio, meglio definite nel contesto dell’art. 38 bis, co. 4, del DPR 633/72.