Start-Up: strumenti finanziari convertendi senza ACE

Con risposta ad interpello n. 552 del 07.11.2022 l’Agenzia delle Entrate ha fornito precisazioni in relazione all’applicazione dell’ACE e della super ACE agli strumenti finanziari di tipologia convertendo, specificando che i benefici non trovano applicazione agli strumenti che garantiscono il diritto di conversione in equity alla scadenza concordata o al verificarsi di determinati eventi. Resta ferma in ogni caso la possibilità di applicare le ordinarie modalità di determinazione dell’ACE al momento della loro conversione. Nel caso esaminato la società istante, iscritta alla sezione speciale delle Start-Up, ha emesso strumenti finanziari dotati di diritti patrimoniali ed amministrativi con esclusione del diritto di voto nelle decisioni societarie, con previsione di conversione (obbligatoria) in quote di capitale sociale. Nella predetta ipotesi, secondo l’Agenzia delle Entrate, non è consentito fruire del beneficio ACE. L’interpello ha ad oggetto quanto stabilito dall’articolo 27, comma 7, del DL n. 179 del 18.10.2012, ai sensi del quale l’atto costitutivo delle Start-Up può prevedere a seguito dell’apporto di soci o terzi, anche di opera o servizi, l’emissione di strumenti finanziari con esclusione del voto nelle decisioni dei soci. Secondo l’Agenzia dell’Entrate, tali strumenti non possono beneficiare dell’incentivo neanche nel caso in cui venga prevista obbligatoriamente la conversione in capitale sociale. Ricordiamo che con l’articolo 19, commi da 2 a 7 del DL n. 73 del 25.05.2021 il legislatore ha introdotto nel nostro ordinamento la c.d. “super ACE”, ovvero una versione potenziata del beneficio previsto dall’articolo 1 del DL n. 201 del 06.11.2011 applicabile al periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31.12.2020. A differenza dell’ACE ordinaria, con il DL n. 73/2021 viene prevista una versione potenziata e semplificata del beneficio: fermo restando il limite temporale di applicazione, il coefficiente trova applicazione nella misura del 15%.