Aumento di capitale, compensazione del finanziamento soci e postergazione

È molto frequente, nella realtà aziendale, il caso del socio che ha finanziato la partecipata, sottoscrivendo successivamente un’operazione di aumento a pagamento del capitale sociale, ed onorando tale impegno mediante compensazione del debito da sottoscri¬zione dell’aumento di capitale con il credito derivante dal finanziamento. In relazione a tale fattispecie, il Tribunale di Roma, con provvedimento del 6.2.2017, ha ribadito, coerentemente con l’orientamento giurisprudenziale e della prassi notarile prevalente, che l'aumento di capitale sottoscritto attraverso l'estinzione per compensazione di un debito del socio: i) non è contrario all'interesse della società o dei terzi; ii) è fattibile anche in mancanza di espressa disposizione della deliberazione di aumento; iii) è escluso solo quando l’assemblea dei soci, nel disporre l'operazione sul capitale, decida di statuire l'esclusione della compensabilità tra credito da restituzione e debito da aumento di capitale, richiedendo esplicitamente la liberazione dell'aumento del capitale mediante versamento in denaro. In tale sede, è stato altresì affermato che il principio della compensabilità tra il credito derivante dalla mancata restituzione del finanziamento e il debito da sottoscrizione dell’aumento di capitale deliberato, trova un ulteriore limite nell’ipotesi in cui i finanziamenti eseguiti siano soggetti alla disciplina della postergazione di cui all’art. 2467 c.c.: la compensazione in parola costituisce, infatti, ad avviso dei giudici capitolini, una forma di "restituzione" del finanziamento, contraria alla norma di legge.