Il regime del margine per i beni usati

La Direttiva 14.02.1994, n. 94/5 – c.d. VII direttiva CEE – ha introdotto a livello comunitario ai fini Iva il così detto regime del margine, ossia una “particolare” tecnica di addebito dell’imposta sul valore aggiunto, al fine di evitare fenomeni di doppia o reiterata imposizione connessi al commercio di beni usati ceduti ad un soggetto passivo d’imposta per la successiva rivendita degli stessi, con conseguente ulteriore imposizione ai fini Iva. Il regime disciplina il commercio di beni mobili usati, di oggetti d’arte, di antiquariato o da collezione acquistati presso privati o soggetti comunque considerati assimilati in Italia o in altro Stato membro della UE. Attraverso di esso, il tradizionale metodo “imposta da imposta” viene sostituito da quello “base da base”, in base al quale l’IVA si applica solo sulla differenza tra prezzo di vendita del bene e costi di acquisto al lordo dell’imposta, appunto, così detto del “margine”. Pertanto, è indetraibile l’imposta relativa all’acquisto degli stessi, nonché quella concernente le riparazioni e le spese accessorie che afferiscono alla fase di acquisizione dei beni. Con il presente intervento si intende analizzare, in primo luogo, le condizioni generali per l’applicazione del regime del margine con riferimento a tutte le tipologie di beni, le metodologie di calcolo relativamente ai beni mobili usati e ad altre particolari tipologie di beni e, in secondo luogo, gli aspetti compilativi della Dichiarazione Iva.