Doppio binario e ne bis in idem – i principi stabiliti dalla Cassazione

Con sentenza n. 37312 del 13.09.2023 la Cassazione ha stabilito che le sanzioni penali cadono quando l’Agenzia delle Entrate ha già applicato una sovrattassa in quanto il loro eventuale cumulo potrebbe risultare sproporzionato. Impugnando una sentenza d’appello, che vedeva l’imputato condannato alla pena della reclusione, il ricorrente ha eccepito avanti alla Cassazione la violazione di legge in relazione all’articolo 649 cpp in quanto la corte territoriale non avrebbe fatto corretta applicazione della disciplina del codice alla luce della giurisprudenza della Corte costituzionale, della Corte di Cassazione e della giurisprudenza sovranazionale, ritenendo che una distanza di tre anni tra i procedimenti amministrativi (concluso in via definitiva nel 2013) e penali (avviato nel 2017) fosse sufficientemente stretta da giustificare le sanzioni rispettivamente irrogate. Come noto, infatti, la giurisprudenza CEDU stabilisce che non viola il ”ne bis in idem” la celebrazione di un processo penale, e l’irrogazione della relativa sanzione, nei confronti di chi sia già stato sanzionato in via definitva dall’amministrazione tributaria con una sovrattassa, purché sussista tra i due procedimenti una connessione sostanziale e temporale sufficientemente stretta. Secondo la Cassazione, tale principio non è stato applicato nel caso di specie in quanto la Corte non ha verificato correttamente i presupposti per l’applicazione del ne bis in idem e dato per non discusso l’accertamento relativo all’indentità del fatto oggetto dei due diversi procedimenti, intreso come coincidenza di tutte le componenti della fattispecie concreta. Per l’effetto, la Corte territoriale è stata invitata a riconsiderare il caso sulla base dei principi espressi con la pronuncia in commento.