28 maggio 2019

Imprese sociali: chiarimenti ministeriali sul computo dei lavoratori

Memory n. 106 del 28.05.2019 a cura di Riccardo Malvestiti

Con nota n. 4097 del 03.05.2019 il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha fornito precisazioni in relazione al computo dei lavoratori svantaggiati previsto ai fini del riconoscimento dello status di “impresa sociale” (previsto in alternativa allo svolgimento di attività di interesse generale). Con il provvedimento di prassi in commento, il Ministero ha precisato che il computo dei lavoratori svantaggiati va effettuato per teste e non per le ore lavorate, mentre ai fini del computo della soglia del 30% non devono essere conteggiati, nel numero complessivo dei lavoratori, gli stessi lavoratori svantaggiati. Ricordiamo che il legislatore, con il D.Lgs. n. 112 del 03.07.2017 (in vigore dal 20.07.2017) ha introdotto nel nostro ordinamento la nuova disciplina dell’impresa sociale, con cui vengono delineati ex novo i presupposti, le condizioni, l’ambito di applicazione, gli oneri e gli incentivi collegati a questo particolare istituto. Lo status di impresa sociale, in particolare, riguarda tutti gli operatori che esercitano in via stabile e principale un’attività d’impresa di interesse generale, senza scopo di lucro e per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale che coinvolge particolari categorie di soggetti quali lavoratori molto svantaggiati, persone svantaggiate o con disabilità e persone senza fissa dimora (viene previsto un rapporto percentuale rispetto al numero di dipendenti occupati). Con riferimento all’acquisizione dello status di impresa sociale, la relazione illustrativa ha specificato che: i) per le ipotesi ordinarie, è necessario il rispetto dei requisiti previsti dalla specifica disciplina; ii) per gli enti religiosi riconosciuti sono previste peculiari modalità di riconoscimento (emissione di un regolamento di recepimento dei requisiti di legge, individuazione di un patrimonio destinato contabilmente separato); iii) le cooperative sociali ed i loro consorzi si considerano automaticamente imprese sociali (legge n. 381/1991).
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