Mancata verifica della clientela: disciplinata la modalità di restituzione dei fondi

I professionisti sono sempre più coinvolti nel contrasto al riciclaggio ed al terrorismo internazionale; il legislatore ha recentemente stabilito che non solo gli esercenti arti e professioni dovranno astenersi dall’esecuzione della prestazione professionale qualora non siano in grado di rispettare gli obblighi di adeguata verifica della clientela, ma devono restituire al “committente” le eventuali disponibilità finanziarie di sua spettanza. Questo è, in estrema sintesi, quanto ribadito dal Ministero dell’Economia e delle finanze nella nota del 30.7.2013 prot. n. 57889. In particolare, viene chiarito che: i) l’obbligo della restituzione dei fondi opera per le prestazioni professionali in corso di realizzazione implicanti trasferimento di disponibilità finanziarie e per i rapporti che presentano saldi attivi; ii) prima di attivare la procedura di restituzione occorre contattare il cliente per accertare la possibilità di completare l’adeguata verifica entro un ragionevole termine o prendere atto della definitiva impossibilità di adempiere all’obbligo di adeguata verifica (tale tentativo può essere esperito per il tramite di e-mail, questionari cartacei o comunicazioni inviate a mezzo del servizio postale); iii) accertata l’impossibilità di effettuare o completare l’adeguata verifica, si procederà all’invio di una comunicazione scritta al cliente nella quale, tra l’altro, evidenziare l’esigenza di ottenere, entro 60 giorni, le coordinate di un conto corrente sul quale effettuare la restituzione; iv) se, al termine della procedura, non si dispone delle coordinate bancarie su cui effettuare il bonifico di restituzione, si deve procedere a versare le disponibilità finanziarie su un conto infruttifero.