Cancellazione della partita Iva ed esclusione dal VIES

L’art. 35, co-15 bis, del DPR 633/72, attribuisce all'Agenzia delle Entrate la facoltà di effettuare verifiche sui soggetti che hanno ricevuto un numero di identificazione IVA, previo riscontro della sussistenza dei requisiti soggettivi e/o oggettivi di cui agli artt. 1-5 del DPR 633/72. In assenza di tali presupposti, gli Uffici possono notificare al possessore di partita IVA un provvedimento di cessazione della partita IVA (indebitamente richiesta o mantenuta) e, di conseguenza, determinare l'estromissione dal VIES. Con il recente provvedimento 12.6.2017 n. 110418, l'Amministrazione Finanziaria ha individuato i criteri e le modalità di cessazione della partita IVA (e di esclusione della stessa dalla banca dati VIES), precisando che le verifiche dell’Ufficio saranno condotte sulla base di elementi di rischio riconducibili: i) al rappresentante legale, agli amministratori o ai soci della persona giuridica titolare della partita IVA (ovvero al titolare della ditta individuale); ii) alla tipologia di attività e alle modalità con le quali essa viene esercitata; iii) ad eventuali omissioni e/o incongruenze negli obblighi di versamento e/o dichiarativi; iv) a possibili collegamenti con soggetti coinvolti in fenomeni di evasione o frode. Una volta selezionati i contribuenti ritenuti “rischiosi”, verranno attivati nei loro confronti, anche attraverso l'esecuzione di accessi nel luogo di esercizio dell'attività, dei controlli periodici (formali e/o sostanziali) volti a riscontrare la veridicità dei dati dichiarati dal contribuente all'atto della richiesta di attribuzione della partita Iva o della comunicazione di inclusione nella banca dati VIES. A seguito del provvedimento di esclusione dal VIES, il soggetto escluso può comunque presentare un'istanza di nuova inclusione ed eventualmente essere reinserito nella banca dati se sono state rimosse le irregolarità che ne avevano determinato l'esclusione.