Decreto Salva Italia: il punto sull’ACE

Il decreto Monti, detto anche Decreto Salva Italia, ha introdotto un’agevolazione volta a incentivare la capitalizzazione delle imprese, attraverso il riconoscimento di una variazione in diminuzione dal reddito fiscale dell’impresa, calcolata sugli incrementi di patrimonio netto (una prima analisi è stata fornita con la nostra Memory n.478 del 14.12.2011). In particolare, l’agevolazione di che trattasi, viene calcolata applicando un tasso di rendimento convenzionale sui suddetti incrementi, pari ai rendimenti medi dei titoli obbligazionari pubblici, aumentabili di ulteriori 3 punti percentuali a titolo di rischio (art. 1, comma 3, ult. periodo, D.l. n. 201 del 6 dicembre 2011). Nel primo triennio di applicazione della nuova agevolazione (2011 – 2013) il rendimento teorico è calcolato nella misura forfetaria del 3 per cento. Pertanto, applicando su detto valore l’aliquota Ires pari al 27,50 per cento, è facilmente ricavabile un risparmio percentuale d’imposta pari allo 0,825 per cento dell’incremento di patrimonio netto realizzato. In sostanza si tratta di un risparmio fiscale pari a euro 82,50 ogni 10.000 euro d’incremento di patrimonio netto. La disposizione è già in vigore a partire dall’esercizio in corso al 31 dicembre 2011. D’ora in poi, per semplicità di esposizione, si faranno riferimenti solo alle imprese con periodo d’imposta coincidente con l’anno solare, ricordando ancora che la tempistica sarà differente per le imprese il cui periodo d’imposta non coincide con l’anno solare stesso.