24 dicembre 2010
Gli effetti fiscali del concordato preventivo
Daily news N. 362 del 24.12.2010 a cura di Michele Bana
Gli effetti fiscali del concordato preventivo - Daily news N. 362 del 24.12.2010 a cura di Michele Bana | € 6,00 + IVA |
L’ammissione del debitore al concordato preventivo determina, in capo al creditore, il diritto a dedurre la perdita maturata, senza dover fornire la prova della sussistenza dei generali requisiti di certezza e precisione. La successiva, ed eventuale, omologazione della procedura comporta, in primo luogo, l’insorgere di alcuni obblighi a carico della debitrice: la registrazione del decreto del tribunale, ed il versamento della corrispondente imposta d’atto, la cui quantificazione è tuttora dibattuta, a causa dell’espresso pronunciamento dell’Agenzia delle Entrate in merito all’applicazione del tributo in misura proporzionale, contrariamente alla posizione della giurisprudenza di legittimità. Lo svolgimento della fase liquidatoria, e la conseguente ripartizione dell’attivo tra i creditori, può altresì generare l’emersione di plusvalenze da cessione e sopravvenienze attive da riduzione delle passività, fiscalmente irrilevanti, esonerando dunque il debitore dal sostenimento di significativi oneri tributari. L’esecuzione del pagamento finale a favore dei creditori legittima, infine, costoro all’emissione della nota di variazione Iva, limitatamente alla parte rimasta insoddisfatta.
Categorie:Redditi d'impresa
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