Le novità del DL 146/2021 in tema di estratto di ruolo

Spesso, ad esempio nelle procedure di liquidazione automatica/controllo formale della dichiarazione (artt. 36-bis, 36-ter del DPR 600/73 e 54-bis del DPR 633/72), la cartella di pagamento costituisce il primo atto impositivo notificato al contribuente. Non è infrequente che, per motivi che esulano dalla volontà di conoscere i propri debiti tributari, il contribuente venga a sapere di carichi fiscali pendenti. Tale circostanza si verifica nel momento in cui, ad esempio, ha intenzione di cedere la propria autovettura o il proprio immobile (dai registri emerge il fermo o l'ipoteca). Così il debitore, recandosi presso gli uffici di Agenzia delle Entrate-Riscossione, può richiedere al funzionario il rilascio del c.d. estratto di ruolo, ossia un atto riepilogativo dei dati contenuti nella cartella di pagamento. Il contribuente, dopo essere entrato in possesso di tale atto, può adire il giudice tributario al fine di far dichiarare la nullità della cartella di pagamento o di un altro atto presupposto non notificato. Lo scenario appena descritto ha subito profonde modifiche a seguito della Legge 17 dicembre 2021 n. 215, che ha inciso sull’art. 12 del DPR 602/73 stabilendo che l'estratto di ruolo non è impugnabile. Tuttavia tale divieto non si applica in determinate ipotesi, ossia se il contribuente è in grado di dimostrare che dall’iscrizione a ruolo può derivare un pregiudizio per la partecipazione a gare d’appalto, per il blocco dei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione, nonché se può derivare un pregiudizio per la perdita di un beneficio nei rapporti con una Pubblica Amministrazione.