Rivalutazione del fondo TFR tra scelte dei lavoratori ed effetti sui costi in bilancio

L’art. 2120 co. 4 c.c. dispone che il trattamento di fine rapporto (TFR), con esclusione della quota maturata nell’anno, sia assoggettato a rivalutazione al 31 dicembre di ogni anno. Detta rivalutazione non coinvolge le quote di TFR devolute, per volontà espressa dai dipendenti, a forme di previdenza complementare, in quanto esse soggiacciono, in questo caso, ai rendimenti previsti dai rispettivi fondi pensione. Si ricorda che, a fronte delle modifiche apportate alla disciplina della previdenza complementare ad opera del DLgs. 252/2005, le quote di TFR maturate dal 1° gennaio 2007 possono essere, alternativamente, destinate a forme di previdenza complementare o mantenute in azienda. La tematica concerne le scelte, in capo ai lavoratori dipendenti, intorno al mantenimento del TFR in azienda o alla sua devoluzione a forme di previdenza complementare, e ai conseguenti effetti che le stesse possono comportare in ordine ai costi contabilizzati nel bilancio delle imprese, con specifico riferimento alla rivalutazione del fondo stesso. Il presente contributo offre una disamina sul trattamento, contabile e fiscale, del fondo TFR, con particolare riguardo alla rivalutazione, e l’impatto della stessa (per il TFR mantenuto in azienda) sull’accantonamento del relativo costo.