Rideterminazione del valore fiscale dei terreni anche nel 2020

La Legge 160/2019 ha riaperto i termini per la rivalutazione del costo fiscale dei terreni (agricoli o edificabili) posseduti, al di fuori del regime d’impresa, alla data dell’1 gennaio 2020, a condizione che, entro il prossimo 30 giugno 2020, un professionista abilitato rediga e asseveri la perizia di stima del terreno ed il contribuente versi l’imposta sostitutiva sull’intero valore dell’area periziata - nella nuova misura del 11% (rispetto a quella dell’10% in vigore fino allo scorso anno) - in unica soluzione entro il prossimo 30 giugno 2020, oppure in tre rate annuali di pari importo (maggiorate degli interessi nella misura del 3% annuo), mediante modello F24 ed utilizzando il codice tributo 8056. La rivalutazione del costo fiscale del terreno produce importanti effetti nell’ambito delle imposte: i) indirette poiché, ai sensi dell’art. 7, co. 6, della Legge 448/2001, il valore “rideterminato” costituisce “valore normale minimo di riferimento” ai fini delle imposte di registro, ipotecaria e catastale dovute in occasione dell’alienazione del terreno; ii) dirette, atteso che la rideterminazione del valore delle aree consente di calcolare la plusvalenza da assoggettare a tassazione assumendo, come costo fiscale deducibile dal prezzo di vendita, il valore del bene risultante dalla perizia di stima, aumentato del costo sostenuto per la redazione della perizia stessa. Al riguardo, la Suprema Corte di Cassazione (Cass. SS. UU. 31.1.2020 n. 2321) ha recentemente affermato che l'indicazione nell'atto di vendita di un corrispettivo inferiore alla perizia di stima non determina la decadenza del contribuente dal beneficio correlato al pregresso versamento dell'imposta sostitutiva, e nemmeno consente all'Amministrazione finanziaria di accertare la plusvalenza secondo il valore storico del bene.