30 maggio 2014
Trading companies estere e criticità fiscali
Il Caso della settimana N. 20 del 30.05.2014 a cura di Ennio Vial
Trading companies estere e criticità fiscali - Il Caso della settimana N. 20 del 30.05.2014 a cura di Ennio Vial | € 8,00 + IVA |
La costituzione di una società “trading” all’estero consente di delocalizzare una funzione aziendale in uno Stato con un regime fiscale più agevolato rispetto a quello italiano. Ipotizzando che la struttura estera gestisca le vendite del gruppo, la base imponibile della società produttiva italiana viene legalmente erosa di una fetta di margine che viene attribuita, per l’appunto, alla società commerciale estera. La delocalizzazione di una funzione aziendale attraverso l’utilizzo di società estere, ancorché comunitarie, deve essere attentamente analizzato alla luce dei possibili rischi fiscali connessi con tale scelta. Si pensi, per esempio, al rischio di esterovestizione, alla necessità di rispettare i prezzi di trasferimento infragruppo e alla disciplina sulle “controlled foreign companies” white list. Nel presente caso della settimana analizzeremo le criticità fiscali legate alla costituzione di una società “trading” all’estero.
Categorie:Varie
- Il Caso n. 20 (471 kB)
Trading companies estere e criticità fiscali - Il Caso della settimana N. 20 del 30.05.2014 a cura di Ennio Vial | € 8,00 + IVA |