Fringe benefit: innalzamento del limite di esenzione fino a 2.000 euro per il 2024

Con l’articolo 1, commi 16 e 17 della legge n. 213 del 30.12.2023 (c.d. “Legge di Bilancio 2024”) il legislatore ha introdotto nel nostro ordinamento una deroga a quanto previsto all’articolo 51, comma 3 del TUIR, in materia di fringe benefit, prevedendo un innalzamento fino a 2.000 euro del limite di esenzione dal computo del reddito imponibile del valore dei beni ceduti / dei servizi prestati al lavoratore e delle somme erogate o rimborsate dal datore di lavoro per il pagamento di utenze, affitti ed altro ancora. Nel dettaglio, viene ora previsto che la soglia indicata dal TUIR, per il periodo d’imposta 2024 sia innalzata in via generale a 1.000 euro, mentre per i lavoratori con figli a carico la soglia viene ulteriormente innalzata a 2.000 euro. Segnaliamo che la soglia di esenzione in commento trova applicazione con riferimento: i) al valore dei beni ceduti e dei servizi prestati al lavoratore medesimo; ii) somme erogate o rimborsate dal datore di lavoro per il pagamenoto di utenze domestiche, servizio idrico integrato, spese per l’affitto della prima casa ed interessi sul mutuo relativo alla prima casa. Cogliamo l’occasione per ricordare che con la circolare n. 35/E del 04.11.2022 e con la circolare n. 23/E del 01.08.2023 l’Agenzia delle Entrate ha fornito precisazioni con riferimento alle precedenti deroghe previste alla disciplina dei fringe da parte del legislatore. Segnaliamo che con l’articolo 40 del DL n. 48 del 04.05.2023 il legislatore ha previsto una deroga anche con riferimento all’anno 2023. Tra i vari chiarimenti forniti segnaliamo che le somme erogate dal datore di lavoro che beneficiano dell’esenzione rilevano nell’ambito del principio di cassa allargato (12 gennaio dell’anno successivo).