L’agevolazione ACE: le modifiche nella legge di Bilancio 2017 ed i chiarimenti di TELEFISCO

Come noto l’agevolazione ACE (introdotta con il DL n. 201/2011) consente ai contribuenti di portare in deduzione una quota delle variazioni nel capitale proprio. Secondo quanto originariamente previsto, i contribuenti (società, enti e stabili organizzazioni) avrebbero potuto dedurre una quota pari al 4,5% dell’aumento del capitale proprio al netto degli eventuali decrementi. Con la legge di Bilancio per il 2017 il legislatore ha apportato una notevole modifica all’istituto, riducendo il beneficio fiscale ma ampliandolo nell’ambito soggettivo. In particolare, viene previsto che: i) l’importo dell’agevolazione si attesta dopo il periodo di sperimentazione a 2,7%; ii) l’agevolazione è applicabile anche nei confronti di persone fisiche e società di persone (in contabilità ordinaria). In particolare, viene stabilito che, per il periodo d’imposta in corso successivamente al 31.12.2015, i nuovi soggetti ammessi all’agevolazione possono fruire dell’incentivo per tutti gli incrementi di capitale proprio intervenuti dal 31.12.2010 al 31.12.2015 (disposizione che consente un sostanziale riallineamento retroattivo con l’agevolazione concessa a favore delle società di capitali). Viene stralciata, infine, la maggiorazione prevista a favore delle società quotate, mentre il comma 553 della legge di Bilancio per il 2017 prevede che gli acconti relativi ai periodi di imposta successivi a quelli in corso al 31.12.2016 debbano tenere in considerazione, ai fini del calcolo delle imposte sui redditi delle società, della predetta agevolazione. Viene, altresì, prevista la decurtazione della variazione in aumento del capitale proprio fino a concorrenza dell’incremento delle consistenze dei titoli e valori mobiliari, diversi dalle partecipazioni, rispetto a quelli risultanti dal bilancio relativo all’esercizio in corso al 31 dicembre 2010.