Esportatore abituale: comunicazione delle dichiarazioni d’intento e regolarizzazione dell’errato/omesso invio

Sin dal 2005, con il preciso scopo di contrastare il diffondersi del fenomeno degli esportatori abituali “falsi” (ovvero coloro che rilasciano dichiarazioni di intento senza aver ottenuto lo status di esportatore abituale), la Legge 311/2004 (Finanziaria per l’anno 2005), ha introdotto, a capo dei cedenti di beni/prestatori di servizi degli esportatori abituali, l'obbligo di comunicare i dati relativi alle dichiarazioni di intento ricevute. La comunicazione, come si vedrà meglio nel seguito, deve essere inviata esclusivamente in via telematica, entro il termine per la liquidazione periodica Iva in cui sono state inserite le operazioni senza applicazione dell’imposta (termine così modificato dal recente D.L. semplificazioni, anteriormente al quale la comunicazione doveva essere inviata entro il 16 del mese successivo a quello di ricevimento della dichiarazione d’intento). Il mancato rispetto di tale obbligo comporta l'applicazione di sanzioni la cui operatività è stata chiarita dalla C.M. 26.9.2005, n. 41/E, anche se in tale documento l’Agenzia delle Entrate ha ammesso la possibilità di avvalersi dell’istituto del ravvedimento operoso, con il quale è possibile evitare l’irrogazione della sanzione piena, laddove il contribuente si attivi per sanare il mancato invio della comunicazione. Nel presente lavoro, dopo aver ricordato, sia pure a grandi linee, la disciplina dell’esportatore abituale, si focalizza l’attenzione sulle modalità di compilazione della comunicazione da inviare all’Amministrazione Finanziaria, indicando anche i possibili rimedi per “sanare” eventuali ritardi od omissioni.