La nuova disciplina CFC alla luce del D.Lgs. 142/2018

L’art. 4 del D.Lgs. 29.11.2018, n. 142, decreto di recepimento della DIRETTIVA (UE) 2016/1164 ATAD, riscrive completamente l’art. 167 del tuir recante la disciplina in tema di società controllate estere (cfc). Rispetto alla formulazione previgente, il legislatore è intervenuto su vari fronti. È stato modificato il concetto di controllo determinando la possibile tassazione per trasparenza in più casi. È stata espunta l’esimente di cui al comma 5 lett. b) connessa all’effettivo assoggettamento a tassazione dei redditi esteri ed è stata smussata l’esimente di tipo a) ossia quella connessa allo svolgimento di una effettiva attività industriale o commerciale. L’art. 13 del D.Lgs. 142/2018 prevede che le nuove disposizioni trovino applicazione a decorrere dal periodo d'imposta successivo a quello in corso al 31.12.2018 e quindi nella gran parte dei casi, a partire dal 1 gennaio 2019. La principale novità sta però nel fatto che è stato espunto il riferimento ai paradisi fiscali e la disciplina è stata estesa in via generalizzata sia per i Paesi white che per quelli black. Non vi è più, infatti distinzione fra entità controllate in Paesi Black list (a regime fiscale privilegiato), che ricadevano nella disciplina quando erano assoggettate a tassazione nominale inferiore al 50% rispetto a quella italiana, e entità appartenenti all’Unione europea o allo Spazio economico europeo, considerate Cfc solo se subivano una tassazione effettiva inferiore al 50% di quella che sarebbe stata applicata in Italia e conseguivano proventi costituiti per oltre il 50% da “passive income”. Ora la disciplina trova applicazione alla stessa maniera sia per i paesi black list che per quelli “white”.