25 novembre 2010

Pianificazione degli investimenti in un ente associativo – I limiti del regime forfetario

Il Caso N. 43

Pianificazione degli investimenti in un ente associativo – I limiti del regime forfetario - Il Caso N. 43€ 8,00

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Un’associazione non riconosciuta senza fine di lucro, ex art.li 36 e seg.ti c.c., che gestisce un museo ed applica il regime forfetario delle associazioni sportive, ex L. 398/1991, ha la necessità di effettuare consistenti investimenti (ca. 2 milioni di euro). Nello specifico, a fronte di introiti nell’attuale periodo di imposta ammontanti a ca. 110.000 euro e contributi pubblici per ca. 72.000, sostiene spese di gestione comprensive dei costi del personale, costi per le guide, assicurazioni, telefono, manutenzione, canone d'affitto ecc., per ca. 172.000, con conseguente avanzo di gestione di ca. 10.000 euro. Nel prevedere, per l'anno prossimo, i predetti cospicui investimenti (finalizzati all'ampliamento degli edifici da adibire all'attività di museo, per l’arredamento ed altri beni per l'esposizione), l’associazione sta valutando la possibilità di optare per il regime ordinario sia ai fini IVA che ai fini delle II.DD., al fine di poter portare in detrazione l'IVA assolta sugli investimenti. Nel precisare che ca. il 75% dei ricavi è di natura non commerciale e che tale circostanza limiterebbe, quindi, comunque la completa detraibilità dell’Iva, l’associazione chiede di conoscere :
1) se sia possibile abbandonare il regime forfetario 398/1991 ed effettuare l’opzione per il regime ordinario IVA, passando anche alla tenuta della contabilità ordinaria. A tale riguardo, peraltro, l’associazione precisa di poter effettuare, entro fine anno, un’operazione commerciale attiva con la quale si porrebbe nella condizione di superare i limiti dimensionali dei proventi commerciali complessivi incassati (euro 250.000), imposti dalla L. 398/1991, per il mantenimento del predetto regime forfetario di determinazione delle imposte;
2) in caso affermativo, se tale opzione comporti particolari vincoli temporali e, nello specifico, per quanto tempo l’associazione sarebbe costretta a mantenere il regime ordinario prima di una nuova successiva opzione per il regime speciale;
3) se, nel caso di successivo ritorno al sistema forfetario L. 398/1991, sorga un obbligo di rettifica dell’Iva detratta.
Categorie:Regimi Fiscali
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