Regime lavoratori impatriati e smart working: il punto

Con circolare n. 25/E del 18.08.2023 l’Agenzia delle Entrate ha fornito numerosi chiarimenti circa la disciplina fiscale dello “smart working” affrontando, tra gli altri punti, l’applicabilità del regime dei lavoratori impatriati. Sul punto, viene specificato: i) che il lavoratore impatriato che si trasferisce all’estero per lavorare presso un datore di lavoro italiano non ha diritto ai benefici fiscali; ii) la persona che si trasferisce in Italia, acquisendo la residenza fiscale italiana pur continuando a lavorare da remoto per un datore di lavoro estero ha diritto ai benefici spettanti per i lavoratori impatriati. Ricordiamo che con l’articolo 1, comma 50, della legge n. 178 del 30.12.2020 il legislatore ha introdotto nuove disposizioni in materia di incentivi fiscali per soggetti impatriati, stabilendo che coloro che sono rientrati in Italia prima del 30.04.2019 possono vedersi riconosciuta la possibilità di prolungare il periodo agevolato a 10 anni in presenza di figli minori o a fronte dell’acquisto di un’unità immobiliare versando un onere parametrato al reddito dell’ultimo periodo d’imposta prima dell’esercizio dell’opzione. Tale onere, in particolare, ammonta al 10% dei redditi di lavoro dipendente e autonomo prodotti in Italia ed al 5% dei redditi di lavoro dipendente ed autonomi prodotti in Italia se ha almeno tre figli ed ha effettuato l’acquisto di un immobile. Segnaliamo che con il DL n. 34 del 30.04.2019, ora con legge n. 58 del 28.06.2019, il legislatore ha modificato le agevolazioni a favore dei lavori che stabiliscono la propria residenza in Italia a seguito di un’esperienza di studio / lavoro all’estero. Secondo quanto previsto dalle vigenti disposizioni, coloro che intendono stabilire la propria residenza in Italia (a partire dallo scorso 01.01.2020) possono beneficiare di una riduzione del reddito imponibile pari al 70%, ulteriormente ridotta alla ricorrenza di alcune condizioni.