Plusvalenze da cessione di immobili oggetto di interventi “superbonus”: primi chiarimenti interpretativi

Con la legge n. 213/2023 (Legge di Bilancio 2024) sono state introdotte diverse novità che riguardano – tra l’altro - la cessione degli immobili sui quali sono stati realizzati interventi che rientrano nell’agevolazione prevista dall’art. 119 del decreto Rilancio. In particolare, la legge di bilancio introduce all’articolo 67, comma 1, del TUIR la lettera b-bis la quale include tra i redditi diversi “le plusvalenze realizzate mediante cessione a titolo oneroso di beni immobili, in relazione ai quali il cedente o gli altri aventi diritto abbiano eseguito gli interventi agevolati di cui all'articolo 119 del DL “Rilancio”, che si siano conclusi da non più di dieci anni all'atto della cessione”. La norma precisa, altresì, che sono esclusi dalla tassazione in commento gli “immobili acquisiti per successione e quelli che siano stati adibiti ad abitazione principale del cedente o dei suoi familiari per la maggior parte dei dieci anni antecedenti alla cessione o, qualora tra la data di acquisto o di costruzione e la cessione sia decorso un periodo inferiore a dieci anni, per la maggior parte di tale periodo”. Di conseguenza è stato modificato anche l’articolo 68, comma 1, del TUIR il quale chiarisce che le plusvalenze di cui all’art 67 TUIR “sono costituite dalla differenza tra i corrispettivi percepiti nel periodo di imposta e il prezzo di acquisto o il costo di costruzione del bene ceduto, aumentato di ogni altro costo inerente al bene medesimo”. Infine, è previsto che alle plusvalenze citate può applicarsi l’imposta del 26% - sostituiva dell'imposta sul reddito - di cui all’articolo 1, comma 496, legge n. 266/2005, nel caso di caso di cessioni a titolo oneroso di beni immobili acquistati o costruiti da non più di cinque anni. La tassazione della nuova plusvalenza si applica alle cessioni di immobili effettuate dal 1° gennaio 2024.