Il regime dei minimi dopo le modifiche apportate dagli emendamenti alla Manovra 2011

L’art. 27 del D.L. 98/2011, convertito con modificazioni dalla Legge 15.7.2011, n. 111, ha introdotto un “nuovo” regime forfetario di tassazione al fine di “favorire la costituzione di nuove imprese da parte di giovani ovvero di coloro che perdono il lavoro e, inoltre, per favorire la costituzione di nuove imprese”. Rimandando sull’argomento anche alla nostra Memory n.295 del 13 luglio 2011, in questa sede si intendono affrontare alcuni aspetti “critici” e di novità aggiunte in sede di conversione del decreto, soprattutto con riferimento ai seguenti aspetti:
• rapporti esistenti tra il nuovo regime introdotto con il suddetto decreto e quello delle nuove iniziative produttive;
• individuazione del regime fiscale dei soggetti che fruiscono del regime dei minimi, ma non presentano i requisiti per accedere al nuovo regime, anche se tale aspetto è disciplinato dallo stesso art. 27 del D.L. 98/2011, sia pure con alcuni aspetti lacunosi;
• analisi delle modifiche apportate in sede di conversione in legge del D.L. 98/2011, con particolare riguardo all’inserimento dello “sbarramento” dei 35 anni quale limite massimo di età per accedere del regime in questione.
L’intervento normativo, è bene evidenziarlo, si muove nella direzione non di introdurre un ulteriore regime fiscale agevolato, quanto piuttosto di sistemare e concentrare quelli esistenti in un unico regime applicabile nei confronti di coloro che intendono sviluppare nuove attività, anche a seguito del collocamento in mobilità. L’aliquota prevista, pari al 5%, è certamente appetibile rispetto a quelle in essere per altri regimi, anche se l’applicazione di tale forfait trova un limite “temporale”, in quanto, come già anticipato, nell’iter di conversione è stato previsto che la tassazione agevolata è applicabile anche per più di cinque anni, ma comunque non oltre il periodo di imposta di compimento del 35esimo anno di età.