Gli obblighi antiriciclaggio dopo il decreto depenalizzazioni

Con il presente intervento si vogliono riepilogare dal punto di vista pratico le incombenze relative ai delicati “obblighi” antiriciclaggio da parte dei professionisti, in seguito alle modifiche apportate dal recente decreto Depenalizzazioni. In estrema sintesi dal 6 febbraio 2016 tutte le ipotesi che prevedevano la sanzione penale della ammenda e della multa sono state “trasformate” in illecito ammnistrativo: l’omessa identificazione della clientela e l’omessa registrazione di documenti ed informazioni acquisite per assolvere gli obblighi di adeguata verifica sono punite con “la sola sanzione amministrativa” di una somma di denaro. Inerenti al tema, si richiameranno le importanti delucidazioni in tema di favor rei fornite dalla recente circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 4/E/2016. Infine, saranno richiamate le indicazioni fornite dal documento redatto dalla commissione nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti contabili del 17 dicembre 2015: manuale delle procedure per gli studi professionali”. Il documento sottolinea come i principi generali della normativa antiriciclaggio, di cui all’art. 3 del D.Lgs. 231/2007, prevedono che i destinatari dello stesso adottino idonei idonei e appropriati sistemi e procedure in materia di obblighi di adeguata verifica, di segnalazione di operazioni sospette, di conservazione dei documenti, di controllo interno, di valutazione e gestione del rischio. Va sottolineato che il documento, strutturato in 8 sezioni, sottolinea come già nell’incarico sia necessario richiamate l’adozione degli obblighi antiriciclaggio da parte del professionista. Inoltre, evidenzia come il mandato scritto (che si ricorda è parte integrante del fascicolo della clientela ex art. 38 comma 2 del D.Lgs. 231/2007) sia fonte di elementi rilevanti su questo delicato tema.