Nuova Iva per cassa: i chiarimenti ministeriali

L’articolo 32-bis del decreto legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, ha introdotto nel nostro ordinamento il regime di IVA per cassa che prevede, in favore del contribuente che adotta detta modalità di liquidazione dell’IVA: i) il differimento dell’esigibilità dell’imposta sulle cessioni di beni e prestazioni di servizi al momento del pagamento dei corrispettivi; ii) il rinvio della detraibilità dell’imposta relativa agli acquisti dei beni o dei servizi al momento del pagamento dei corrispettivi. Ad ogni modo, l’imposta diviene comunque esigibile a un anno dall’operazione, salvo l’avvio di procedure concorsuali nei confronti del cessionario o committente prima del decorso di quel termine. I cessionari o committenti che acquistano beni o servizi dal soggetto optante, invece, possono detrarre l’Iva sui predetti beni già al momento dell’effettuazione dell’operazione, anche se il corrispettivo non è stato ancora pagato. Possono avvalersi del regime opzionale in commento i contribuenti che nell'anno solare precedente hanno realizzato, o in caso di inizio di attività prevedono di realizzare, un volume d'affari non superiore a 2 milioni. Con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze del 11 ottobre 2012, il legislatore ha fissato la decorrenza del regime Iva in commento al 1° dicembre 2012: a decorrere da tale data, viene abrogato, pertanto, il vigente regime IVA per cassa disciplinato dall’articolo 7 del decreto legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2. A fare chiarezza sulla disciplina è intervenuta l’Agenzia delle Entrate con due documenti di prassi: i) provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate n. 165764 del 21 novembre 2012 recante le modalità per l’esercizio e la revoca dell’opzione; ii) circolare Ministeriale n. 44/E del 26 novembre 2012 recante alcuni chiarimenti alle disposizioni contenute del relativo decreto attuattivo.