Regime dei minimi: chi entra nel “nuovo” regime e chi esce dal “vecchio”

L’art. 27 del D.L. 98/2011, come si legge nel co. 1, “per favorire la costituzione di nuove imprese da parte di giovani ovvero di coloro che perdono il lavoro e, inoltre, per favorire la costituzione di nuove imprese”, introduce un regime “forfetario” (in sostituzione di quello dei “minimi”) che si rende applicabile, alle sole persone fisiche, in presenza di determinate condizioni, con applicazione di un’imposta sostitutiva del 5%. Come si vedrà meglio nel seguito, l’introduzione del suddetto regime avviene all’interno dell’attuale regime dei minimi, previsto dall’art. 1, co. da 96 a 117 della Legge n. 244/2007, con conseguenti ricadute anche in capo ai soggetti che attualmente fruiscono di tale regime. In altri precedenti interventi, cui si rinvia (si vedano nostre Memory n. 295 del 13 luglio 2011 e Memory n.310 del 22 luglio 2011), sono stati affrontati gli aspetti generali del nuovo regime, mentre in questa sede si intende approfondire, se pur con i diversi dubbi che attendono chiarimenti, l’ambito soggettivo del regime previsto dall’art. 27 del D.L. 98/2011, nonché di comprendere il destino di coloro che, in qualità di minimi fino al 2011, non potranno tuttavia entrare nel nuovo regime. Per tali soggetti, peraltro, l’art. 27, co. 3, prevede un regime “speciale” così detto “ibrido o residuale” che ricalca in parte quello già in essere per i minimi, ma con minori vantaggi, ragion per cui è necessario valutare con attenzione questo “passaggio”, in quanto applicabile già dal prossimo 1° gennaio 2012. E’ bene tuttavia ricordare che le nuove disposizioni introdotte dalla Manovra devono essere attuate da uno o più provvedimenti direttoriali che dovranno disciplinare sia le concrete modalità di funzionamento del nuovo regime dei cd. “ex minimi”, nonché gli altri aspetti disciplinati dall’art. 27.